
Nel duello tra Lewis e Felipe amicizie, antipatie e interessi commerciali
Se un fulmine non cade mai due volte nello stesso punto, Lewis Hamilton non può perdere di nuovo il Mondiale in Brasile con 7 punti di vantaggio. Almeno secondo la logica. Il pilota della McLaren ha talento enorme e un’ottima monoposto: una gara normale sarebbe per lui una passerella tipo l’ultima tappa del Giro d’Italia o del Tour de France. Ma il Gran premio che si correrà domani a Interlagos con la logica ha poco a che fare, e con la normalità ancora meno. Dal ciclismo ha preso altri ingredienti, come i giochi di squadra, le alleanze, i rancori. Il leader della classifica gode di scarse simpatie tra i colleghi, però qualcuno disposto a dargli una mano lo trova ancora. Se dovesse imbattersi in Adrian Sutil non avrà problemi a passarlo perché i due sono in buoni rapporti. Sembra un dettaglio, ma il doppiaggio di un pilota incarognito che resiste un paio di curve può far perdere oltre un secondo.Sutil guida una Force India, scuderia amica della McLaren: il patron Vijay Mallya sta trattando la fornitura dei motori nel 2009, a costo di rompere il contratto che lo lega per una stagione ancora a Maranello. Alla lista degli amici si è iscritto Sebastien Bourdais, francese della Toro Rosso. In Cina ha fatto a sportellate con Massa, è stato penalizzato e si è arrabbiato parecchio: difficile che alzi il piede dall’acceleratore per agevolare il brasiliano. Poi il tedesco Nico Rosberg (Williams): da ragazzini lui e Lewis se le davano di santa ragione sui kart. Una sana rivalità e un rapporto leale che escludono trabocchetti. Nel gioco di squadra, Heikki Kovalainen si sacrificherà per la causa: la McLaren potrebbe imporgli una tattica aggressiva (poca benzina) per tentare un’azione di disturbo davanti alle Ferrari.Il resto dello schieramento è neutrale o apertamente schierato dalla parte di Massa. Un paio di settimane fa Robert Kubica (Bmw) è stato esplicito: «Hamilton è pericoloso, quando succederà un incidente grave se ne renderanno conto tutti». Fernando Alonso (Renault) ha un conto in sospeso e tifa apertamente contro. La sua dichiarazione di voto è stata: «Spero che vinca Massa». Poi ha corretto il tiro, spiegando che gli viene naturale tifare anche quando segue altri sport, tipo il tennis. La sottile differenza è che lui non scende in campo contro Federer, ma contro Hamilton ci sarà eccome, magari in piena bagarre nelle prime curve come un anno fa. Più indietro nello schieramento, il brasiliano Nelson Piquet jr ha garantito al connazionale che si lascerà superare, mentre Mark Webber ha giurato a Hamilton che lo farà dannare.Non saranno soltanto le alleanze in pista a condizionare l’ultimo Gp di una stagione vissuta sul filo del rasoio. La Ferrari gioca in casa. Massa ha convocato la famiglia al completo: il padre Luis Antonio detto Titonio, la madre Ana Elena, il fratello Eduardo, la sorella Fernanda, la moglie Raffaela. Il box Ferrari è affollato come una curva da stadio. «Per me è importante avere gente positiva intorno. Mamma piange, vorrebbe dirmi di andare piano, ma la mamma è sempre la mamma - racconta euforico Felipe a fine prove libere -. Siamo andati fortissimo. Il freddo? In teoria dovrebbe rallentarci, però le teorie a volte non funzionano». Nel vicino box della McLaren l’umore volge al brutto. Lewis sbatte i guanti per terra dal nervoso: «Il vento ha disturbato il nostro lavoro. In qualifica andrà meglio». La guerra psicologica continua.
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