Quickribbon Spaccarotella a giudizio per omicidio volontario

sabato 17 gennaio 2009

Spaccarotella a giudizio per omicidio volontario

È stato rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio volontario l'agente di polizia Luigi Spaccarotella che l'11 novembre del 2007 — nell'area di servizio Badia al Pino dell'autostrada del Sole — sparò un colpo di pistola che uccise Gabriele Sandri, «Gabbo» per gli amici, il giovane tifoso laziale.
Il gup Luciana Cicerchia dopo aver respinto la richiesta dei difensori del poliziotto di giudizio abbreviato condizionato all'acquisizione di alcune prove ritenute a discarico, ha disposto il rinvio a giudizio sulla base delle conclusioni del pm Giuseppe Ledda. La prima udienza del processo, davanti alla Corte d'Assise di Arezzo, è fissata per il 20 marzo. La battaglia tra accusa e difesa, come era prevedibile, si sposterà dunque in aula. Il pm ha già fatto preparare un breve video animato al computer che ricostruisce i fatti secondo le conclusioni alle quali sono giunti i periti dell'accusa Domenico Compagnini e Paolo Russo. Il filmato dura 1 minuto e 37 secondi e si basa, oltre che sulla relazione dei tecnici, anche sulle dichiarazioni di quattro testimoni. Si vede la pattuglia della polizia stradale che aziona la sirena mentre gli otto tifosi (cinque della Lazio e tre della Juventus) urlano e si azzuffano vicino a un'auto ferma davanti all'autogrill. Poi, scappano. Dalla carreggiata opposta l'agente Spaccarotella, con la pistola in mano, intima: «Fermi! Che fate...», poi spara in aria. Dopo il colpo, i giovani scappano verso la loro auto, l'agente corre anche lui, parallelo all'auto ma dall'altra parte della carreggiata autostradale, per quasi un minuto poi impugnando la calibro 9 prende la mira e preme il grilletto. Il proiettile oltrepassa la prima rete metallica e colpisce mortalmente Sandri alla base del collo. Ed è proprio su questo punto che sia la difesa, sia il legale di parte civile per la famiglia Sandri non sono d'accordo e offrono una versione divergente rispetto alle testimonianze dell'accusa. Il padre di Gabriele, Giorgio, chiede una «pena esemplare» perché «è stato un assassinio in piena regola». E spera che «quanto meno venga preso un provvedimento disciplinare e venga allontanato dalla polizia». Anche il fratello di Gabriele, Cristiano, ricorda che la sospensione «non è una questione automatica, ma tecnica. Sarebbe ora che aprissero almeno un procedimento» e auspica «una risposa del ministero». Ieri intanto i difensori di Spaccarotella hanno depositato le osservazioni del loro perito sul lavoro di quello di parte civile: «La deviazione ci fu», spiegano e tentano di giustificare l'assenza del loro assistito dall'Aula: «Non è un fantasma. Sa perfettamente che ha causato la morte di un giovane e questo gli procura un'enorme sofferenza. Se non è venuto non è per nascondersi. Al processo verrà».

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