
Il gup Luciana Cicerchia dopo aver respinto la richiesta dei difensori del poliziotto di giudizio abbreviato condizionato all'acquisizione di alcune prove ritenute a discarico, ha disposto il rinvio a giudizio sulla base delle conclusioni del pm Giuseppe Ledda. La prima udienza del processo, davanti alla Corte d'Assise di Arezzo, è fissata per il 20 marzo. La battaglia tra accusa e difesa, come era prevedibile, si sposterà dunque in aula. Il pm ha già fatto preparare un breve video animato al computer che ricostruisce i fatti secondo le conclusioni alle quali sono giunti i periti dell'accusa Domenico Compagnini e Paolo Russo. Il filmato dura 1 minuto e 37 secondi e si basa, oltre che sulla relazione dei tecnici, anche sulle dichiarazioni di quattro testimoni. Si vede la pattuglia della polizia stradale che aziona la sirena mentre gli otto tifosi (cinque della Lazio e tre della Juventus) urlano e si azzuffano vicino a un'auto ferma davanti all'autogrill. Poi, scappano. Dalla carreggiata opposta l'agente Spaccarotella, con la pistola in mano, intima: «Fermi! Che fate...», poi spara in aria. Dopo il colpo, i giovani scappano verso la loro auto, l'agente corre anche lui, parallelo all'auto ma dall'altra parte della carreggiata autostradale, per quasi un minuto poi impugnando la calibro 9 prende la mira e preme il grilletto. Il proiettile oltrepassa la prima rete metallica e colpisce mortalmente Sandri alla base del collo. Ed è proprio su questo punto che sia la difesa, sia il legale di parte civile per la famiglia Sandri non sono d'accordo e offrono una versione divergente rispetto alle testimonianze dell'accusa. Il padre di Gabriele, Giorgio, chiede una «pena esemplare» perché «è stato un assassinio in piena regola». E spera che «quanto meno venga preso un provvedimento disciplinare e venga allontanato dalla polizia». Anche il fratello di Gabriele, Cristiano, ricorda che la sospensione «non è una questione automatica, ma tecnica. Sarebbe ora che aprissero almeno un procedimento» e auspica «una risposa del ministero». Ieri intanto i difensori di Spaccarotella hanno depositato le osservazioni del loro perito sul lavoro di quello di parte civile: «La deviazione ci fu», spiegano e tentano di giustificare l'assenza del loro assistito dall'Aula: «Non è un fantasma. Sa perfettamente che ha causato la morte di un giovane e questo gli procura un'enorme sofferenza. Se non è venuto non è per nascondersi. Al processo verrà».
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