
Il sabato del villaggio giallorosso avrebbe bisogno di un Giacomo Leopardi per essere raccontato. La storia di Alberto Aquilani, in fondo, ha qualcosa a che fare con la poesia del calcio e le sue disillusioni. Sabato prossimo, perciò, un Roma-Siena che in altri tempi non avrebbe suscitato troppa attenzione — cannibalizzato com’è dalla sfida in arrivo con l’Arsenal — corre il rischio di rappresentare un punto di svolta del rapporto tra il centrocampista della Nazionale e la società giallorossa.
ESAME OLIMPICO - La storia è nota: Dieci giorni fa i fischi piovutigli addosso dal suo pubblico per un paio di passaggi sbagliati hanno ferito profondamente Aquilani. Non solo. I giorni successivi anche alcuni commenti dell’etere romano sono stati improntati all’insofferenza e così lo strappo si è inevitabilmente acuito. Mai come adesso la possibilità di lasciare la Roma è stata vicina. Per questo se — doverosamente — i tifosi sabato giudicheranno la sua prova, in fondo anche per lui le loro reazioni rappresenteranno un test su cui decidere una fetta di futuro.
SENSI & C. - La dirigenza giallorossa lo sa bene. Non a caso subito dopo la contestazione col Genoa, i vertici si sono mossi contattando il manager del giocatore, Franco Zavaglia. Rosella Sensi, Daniele Pradè e Cristina Mazzoleni hanno sollecitato perché si arrivi al rinnovo del contratto, in scadenza nel 2010. La palla — manco a dirlo — è fra i piedi di Alberto, che risponderà a breve. Ma anche se la parte economica andrà messa a punto (il centrocampista punta ad avere un ingaggio di circa 2,2 milioni di fisso e la società offre 1,5 più i premi), i veri nodi da sciogliere sono due: il suo utilizzo futuro e il rapporto con i tifosi. Al di là della questione stipendio, infatti, Aquilani chiede certezze e tranquillità, altrimenti meglio un addio concordato con la Roma. Magari (come ultimo favore) anche dopo aver firmato un rinnovo che consentirebbe al club una cessione più vantaggiosa. E la prima società che lo accoglierebbe a braccia aperte è nota: l’Inter di Moratti, che da alcuni anni non manca di mostrare stima per le grandi potenzialità del centrocampista.
VOGLIA ARSENAL - L’importante comunque adesso è tornare a giocare, e Siena appunto — vista l’assenza contemporanea di De Rossi e Perrotta — potrebbe essere l’occasione adatta, anche perché perdere ancora terreno nella rincorsa alla Champions League 2009-10 potrebbe essere pericoloso. D’altronde, dopo la lieve distorsione alla caviglia che lo ha privato della trasferta di Bergamo, ieri l’azzurro ha fatto fisioterapia e lavoro differenziato, mentre oggi tornerà in gruppo. "Per sabato penso di essere pronto ed essere protagonista — ha detto Aquilani — ma soprattutto voglio esserci contro l’Arsenal perché quella è una partita troppo importante, alla quale mi dispiacerebbe mancare. L’affronteremo col massimo della concentrazione". Sicuro, ma ora il futuro si chiama Siena.
ESAME OLIMPICO - La storia è nota: Dieci giorni fa i fischi piovutigli addosso dal suo pubblico per un paio di passaggi sbagliati hanno ferito profondamente Aquilani. Non solo. I giorni successivi anche alcuni commenti dell’etere romano sono stati improntati all’insofferenza e così lo strappo si è inevitabilmente acuito. Mai come adesso la possibilità di lasciare la Roma è stata vicina. Per questo se — doverosamente — i tifosi sabato giudicheranno la sua prova, in fondo anche per lui le loro reazioni rappresenteranno un test su cui decidere una fetta di futuro.
SENSI & C. - La dirigenza giallorossa lo sa bene. Non a caso subito dopo la contestazione col Genoa, i vertici si sono mossi contattando il manager del giocatore, Franco Zavaglia. Rosella Sensi, Daniele Pradè e Cristina Mazzoleni hanno sollecitato perché si arrivi al rinnovo del contratto, in scadenza nel 2010. La palla — manco a dirlo — è fra i piedi di Alberto, che risponderà a breve. Ma anche se la parte economica andrà messa a punto (il centrocampista punta ad avere un ingaggio di circa 2,2 milioni di fisso e la società offre 1,5 più i premi), i veri nodi da sciogliere sono due: il suo utilizzo futuro e il rapporto con i tifosi. Al di là della questione stipendio, infatti, Aquilani chiede certezze e tranquillità, altrimenti meglio un addio concordato con la Roma. Magari (come ultimo favore) anche dopo aver firmato un rinnovo che consentirebbe al club una cessione più vantaggiosa. E la prima società che lo accoglierebbe a braccia aperte è nota: l’Inter di Moratti, che da alcuni anni non manca di mostrare stima per le grandi potenzialità del centrocampista.
VOGLIA ARSENAL - L’importante comunque adesso è tornare a giocare, e Siena appunto — vista l’assenza contemporanea di De Rossi e Perrotta — potrebbe essere l’occasione adatta, anche perché perdere ancora terreno nella rincorsa alla Champions League 2009-10 potrebbe essere pericoloso. D’altronde, dopo la lieve distorsione alla caviglia che lo ha privato della trasferta di Bergamo, ieri l’azzurro ha fatto fisioterapia e lavoro differenziato, mentre oggi tornerà in gruppo. "Per sabato penso di essere pronto ed essere protagonista — ha detto Aquilani — ma soprattutto voglio esserci contro l’Arsenal perché quella è una partita troppo importante, alla quale mi dispiacerebbe mancare. L’affronteremo col massimo della concentrazione". Sicuro, ma ora il futuro si chiama Siena.
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