A trentadue anni, appena compiuti, sta più in alto di tutti i suoi attuali colleghi nella classifica della fedeltà ai colori rossoblù. E con un divario ampio: dodici stagioni di militanza, trecentodieci presenze fra A e B, l’amico Alessandro Agostini insegue con cento gettoni di ritardo: trattandosi di un coetaneo, difficile che lo possa scalzare, anche perché Daniele Conti, il Capitano, sembra vivere una seconda giovinezza. E quando sussurra - soltanto perché immagina la cosa ancora lontana nel tempo - di voler chiudere la carriera in rossoblù, gli si può credere. Nel giro di poche settimane, Conti può salire al terzo posto nella graduatoria dei calciatori che hanno indossato più volte la ma glia del Cagliari. Scavalcando, nien temeno, un signore che di nome fa Gigi Riva, ovvero il Mito dinanzi al quale ogni saggio amante del pallone deve genuflettersi. Nella “sua” Roma sabato sera Conti metterà insieme la 311ª presenza, Riva ne ha accumula te in tutto 315. A 320 c’è Gigi Piras, altra colonna portante della storia del Cagliari e, in vetta, Mario Brugnera. Il primato assoluto, nel campiona to in corso, è ragionevolmente diffici le da conquistare: bisognerebbe gio care sempre, sino a esaurimento del le giornate previste. Ma sarà battuto ai primi vagiti del prossimo torneo. Agostini, vice Capitano e altro senatore del gruppo odierno, vanta rispetto a Conti cin que presenze in più in serie A, a quo ta 214. La classifica che non tiene in considerazione i campionati di serie B è diversa, anche se potrebbe con sentire al regista romano (sardissi mo per adozione) di scalare parec chie posizioni partendo dall’attuale nona a quota 208. Obiettivo ragione vole potrebbe essere il sesto posto oc cupato al momento da Ricciotti Greatti, uno dei campioni dello scudetto. Più difficile, ma raggiungibile in tre anni, la vetta assoluta dove è assiso Nenè (quello campione d’Italia) con 311 presenze tutte in A. A Daniele non piacciono granché le definizioni, ma di fatto è questo che rappresenta. Al suo ritorno in campo dopo i problemi che hanno caratterizzato l’avvio di stagione, gara con il Bologna al San t’Elia, una cascata di applausi ha ra tificato -ove ce ne fosse bisogno- il feeling saldo, robusto, fra Conti e i ti fosi sardi. Uno come lui, per caratte re, non si tira mai indietro. La maglia fa il resto, è l’arma segreta, l’oggetto che moltiplica le motivazioni, le for ze, il desiderio di dare tutto pur di vincere. La gente l’ha capito subito, e lo ha amato subito. Conti è uno che appare poco, fra virgolette. Ovvero, con dichiarazioni pubbliche, con interviste. Non per spocchia, è chiaro, ma perché interpreta senza clamore un ruolo pubblico; preferisce dare voce ai fatti, piuttosto che usare le parole. Un po’ taciturno lo è sempre sta to, forse per questo ha legato con Agostini, altro silenzioso per natura. Figuriamoci, quindi, se Daniele ha voglia di profferire verbo nella setti mana che precede la gara con la Roma. Sa che ogni sua sillaba sarebbe vivisezionata con la non remota pro babilità che qualcuno ne ricavi inter pretazioni lontane dal suo pensiero. Con una interpretazione abbastan za curiosa del binomio professionalità- fede calcistica, a Roma si vorreb be da lui un “legittimo impedimento” ogni qualvolta capita la partita con il Cagliari. Daniele è come Zola in questo, in campo fa il professioni sta, non ci mette niente di più e nien te di meno. Ovvio che coloro i quali lo vedono giocare sol tanto due volte l’anno, possano pensare che sia assatanato. Invece no, quel furore agonistico è tipico di ogni partita. Cosa farà Daniele, sabato sera all’Olimpico? Indosserà la sua maglia numero 5 con lo stesso spirito delle preceden ti 310 volte, sopra sistemerà la fascia di Capitano e andrà in campo. Senza considerare “nemici” i colori per i quali (lo ha sempre detto, non è uno scandalo né stizzisce qualcuno in Sardegna) prova sempre l’antica pas sione. Ma, allo stesso tempo, indos sando con orgoglio quelli di una ter ra che gli ha dato casa, famiglia, fiducia, rispetto. E dodici anni di affetto, destinato a crescere nel tempo.
venerdì 21 gennaio 2011
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