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sabato 20 agosto 2011

Orgoglio Roma

L’amarezza e lo scoramento del tifoso, davanti alla sconfitta della propria squadra, è sano, e comprensibile. E ci sta anche la battuta amara che mi hanno fatto ieri mattina alcuni fedelissimi supporters: «Sta cantera non va, è mister?!». Come se fossi io l’allenatore della Roma sono stato al gioco. E ho risposto: «Andrà, stiamo costruendo la squadra dei prossimi anni e non solo quella di questa stagione. Ci vuole un po’ di tempo». D’altra parte che si volesse cambiare radicalmente non può essere una sorpresa per nessuno. Si era capito subito che ci sarebbe stato un nuovo corso controcorrente del tutto rivoluzionario per una piazza come la nostra. Dalla rosa di nomi emersi per la panchina e dalle cessioni messe in preventivo. Quattro delle quali (Mexes, Riise, Vucinic e Menez) cotte e mangiate. Che avremmo puntato sui giovani, (e contemporaneamente perseguito un bilancio sano), avendo preso l’allenatore che più di altri in Europa li ha saputi amalgamare e valorizzare, è diventata successivamente una certezza. E alcuni cambiamenti effettuati non sono stati affatto male. Viviani e Caprari sono molto forti. Si faranno. Quando gli anziani si saranno ritrovati in una squadra che è cambiata per sette undicesimi, la Roma volerà. Certo le mie parole ora possono far ridere, dopo aver perso in Europa League contro dei brocchi. Ma so quello che dico. Quello che non va bene e che dimostra la malafede di certi commenti sui giornali, è che tanti facciano finta di stupirsi della situazione. I giornalisti tifosi o non tifosi e i lettori. Golosi dei gossip sui 20 milioni a stagione di Eto’o ma incapaci di distinguere un fuorigioco. Ci vuole più rispetto per questa nuova Roma che sta nascendo, e più rispetto per tutti gli uomini della nuova società che si stanno adoperando perché questo avvenga il più rapidamente possibile. Tutti sanno che il campionato italiano è duro e la piazza romanista molto esigente. Stiamo realmente assemblando una Roma completamente nuova. Con De Rossi dentro, Totti gestito sapientemente e i nuovi acquisti che arriveranno entro agosto, saremo senz’altro competitivi. Rispetto a Valencia si stanno facendo passi avanti. Anche se molto piccoli. Per ora manca il risultato. Se a Bratislava avessimo vinto ma tutta la partita fosse stata giocata allo stesso identico modo si sarebbe potuto gridare alla grande squadra e alla magia di Enrique? Credo proprio di no. Sarebbe stata lo stesso una prova ancora mediocre. Ma va tirato fuori l’orgoglio di essere i tifosi di una squadra alle prese con un cambiamento epocale. I campioni prima o poi, meglio poi chiaramente, passano. La maglia resta. All’Olimpico il 25 sarà già nuova musica, e poi partirà il campionato. La Roma ha bisogno ora di essere sostenuta dai suoi tifosi. A dicembre faremo le prime valutazioni serie sul rinnovamento. Prima sarebbe veramente sciocco. Detto questo, Totti è meglio di Okaka e di Caprari anche con una sola gamba. Se Enrique ha dei dubbi, qualcuno glieli faccia passare velocemente. Dicembre o non dicembre.

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