"No alla tessera del tifoso", è questa uno slogan che accomuna molti ultrà, da Roma a Firenze passando per Genova. I tifosi temono questa tessera che dal prossimo anno sarà praticamente obbligatoria per chi vorrà andare in trasferta.Non vogliono farla: hanno paura di essere schedati (ma facendo l'abbonamento, di fatto già lo sono: diciamo la verità...) e , soprattutto, non accettano che chi ha avuto precedenti da stadio, ed è stato condannato al Daspo negli ultimi cinque anni, non possa fare la tessera del tifoso. Sostengono che così uno verrebbe bollato a vita, o quasi. Io credo che quando uno ha scontato una pena, e il Daspo lo è, penalizzante in molti casi, dopo torni "pulito": perché fargli pesare il passato? Ha commesso un errore? Ha pagato, deve ricominciare da capo. Chiaro che se sgarra di nuovo, non ha diritto ad attenuanti. Ma cerchiamo, nei limiti del possibile, di venire incontro a questi ragazzi, molti di loro cercano il dialogo (che nessuno, o quasi, concede). Rivediamo magari la norma. Coinvolgiamo i tifosi in questo progetto. Sinora solo due club hanno la tessera del tifoso, l'Inter e il Milan. Gli altri si stanno muovendo a fatica, anzi molti non si stanno muovendo affatto e i tempi in vista del prossimo campionato (serie A dal 23 agosto, la B dal giorno prima) sono ristretti. Il Milan l'ha fatta per primo, e per questo merita un elogio: nella fretta ha distribuito migliaia di "tessere del tifoso" senza controllo, alcune poi sono state anche revocate. Quelle attuali pare non siano a norma. Mancano del microchip e di altri elementi indispensabili: che fare, tenerle lo stesso per buone? Rifarle tutte? Bisogna che prima o poi al Viminale si decidano: i diktat del ministro Maroni servono a poco (tanto i club se ne infischiano). Ci vuole anche un'applicazione pratica. Continuano intanto i test di Empoli, voluti dal questore Francesco Tagliente: niente polizia allo stadio, solo steward.Gli agenti stanno sempre nelle vicinanze, pronti ad intervenire se è il caso. E' stato fatto anche in una gara a rischio, i playoff con il Brescia (e 1000 tifosi in arrivo dalla Lombardia, tifosi di diverse estrazioni politiche): è andato tutto liscio, solo a fine gara un po' di tensione fra le due tifoserie. La polizia, che era nascosta vicino allo stadio, è subito intervenuta. Tensioni anche a Livorno: il questore, Nicola Zito, crede anche lui negli stadi senza polizia e ha tentato un esperimento (riuscito) in occasione della gara col l'Albinoleffe. Ma giovedì a Livorno si gioca una partita ad altissimo rischio, il ritorno dei playoff col Grosseto. All'andata ci sono stati incidenti causati da ultrà amaranto (tre arresti, speriamo che per un po' non mettano più piede in uno stadio) e si temono contestazioni della tifoseria locale nei confronti della loro squadra. Massima attenzione, quindi, e polizia ben schierata: ma i test, speriamo, possano continuare in futuro. Questa è la strada: chi non lo capisce, ha sempre a disposizione la tv.

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