Questo è già, in potenza, un grande momento: si va a Torino con la freccia inserita, diciotto punti contro i loro diciannove; noi straconvincenti contro la Fiorentina, molto più di quanto non dica il risultato finale, loro a fatica, molto a fatica, al Rigamonti, dove il Brescia ha meritato l'intera posta. Situazione, tecnica e forse anche fisica, molto somigliante a quella dello scorso anno, quando Riise nel finale ci diede tre punti doverosi. Bene, cos'è allora che ci può preoccupare, in vista della trasferta di Torino?
Diciamo che con grande attenzione considereremo la designazione arbitrale, perchè il peso specifico degli episodi comincia ad essere rilevante, di domenica in domenica. Attenzione: qua non si vuole tirar fuori, per l'ennesima volta, il consueto (ma giustificatissimo dalla storia) cliché di Juventus-Roma come partita per eccellenza dei soprusi arbirali; non è tanto il nome della Juve, stavolta, che muove ed ispira certe nostre riflessioni: è il momento, di forma e di classifica, che certamente non porta ancora in sé nulla di definitivo ma può essere decisivo per il perfezionamento del rilancio della Roma, in una giornata di campionato, la prossima, in cui le milanesi si affrontano nella stracittadina e il Napoli fa visita all'Olimpico alla Lazio tramortita dall'uno-due Derby-Cesena. Sarebbe un peccato, in una giornata nevralgica di questo girone d'andata, vedere l'arrampicata giallorossa pregiudicata da qualche stortura arbitrale. Tagliavento sarebbe il nome ideale; si badi bene: non è un giudizio cabalistico, è una valutazione tecnica tra le più oggettive, la più saggia, fossimo nei panni di Braschi. Com'è che ha detto Sconcerti mercoledì sera, parlando con Ranieri? Che questo è un campionato lento? Ecco, non rovinatecelo con qualche arbitraggio "rock".


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