Quickribbon La Roma cala il tris con un super Menez. Fiorentina al tappeto

giovedì 11 novembre 2010

La Roma cala il tris con un super Menez. Fiorentina al tappeto

Compratori fatevi avanti, la Roma è un bel bocconcino. In otto giorni la squadra di Ranieri rimette a posto i «numeri» in Champions e in campionato. L’incertezza societaria ora non fa più paura. Totti e compagni viaggiano a mille e, dopo la striscia di quattro vittorie e un pareggio, tornano a guardare con occhi birichini la classifica. Il primo posto è lontano «appena» cinque punti e la Juve, prossima rivale, è solo un gradino più avanti. Come dire: la faticosa rincorsa è finita e la Roma torna a pieno titolo a sognare lo scudetto. Non solo. La banda Ranieri esce arricchita da questo delicato passaggio stagionale. Basta pensare a due dei protagonisti del successo contro la Fiorentina: Simplicio e Menez. Il brasiliano fino a pochi giorni fa era un corpo estraneo. Ingaggiato a fine contratto, quindi a costo zero, sembrava destinato a ripartire a gennaio. Poi, grazie anche ad alcuni infortuni, Simplicio ha strappato la prima maglia da titolare a Basilea, in Champions e ieri, con un tocco elegante e furbo (si è leggermente aiutato con il braccio) ha realizzato al 45’ del primo tempo il gol che ha aperto, anzi spalancato, la partita ai giallorossi. Ancor più decisiva la prova di Menez. Ranieri lo ha riproposto nel ruolo di trequartista. Il suo territorio preferito. Il francese è devastante quando si allunga in velocità con la sua eleganza e la sua esplosività. Una sua invenzione, a inizio ripresa, consegna a Borriello il pallone del 2-0. Una magia. La Roma ha un fuoriclasse in più: un Menez meno farfallone e finalmente decisivo. La qualità di questa ritrovata Roma sta anche in un altro dato: Ranieri si è potuto permettere di lasciare in panchina Vucinic, il mattatore dell’ultimo derby, per averlo fresco sabato nell’atteso anticipo a Torino contro la Juve. Non è poco, vero? Gila c’è Il resto della storia ha come protagonista la Fiorentina. Anche i viola venivano da una striscia positiva: due vittorie e un pareggio. Manonostante i sette punti incassati nessuno aveva avuto la sensazione di una squadra ritrovata. L’Olimpico ha confermato che la malattia non è guarita. Il risultato non tragga in inganno: la vittoria della Roma è più netta del risultato numerico. Mihajlovic ha ritrovato Mutumanon il gioco. La Fiorentina ha pochi schemi e poche idee. Anche i due gol sono frutto di colpi occasionali: un girata in corsa di un Gilardino più vivo del solito e una pennellata su punizione, a tempo scaduto, del ritrovato D’Agostino. E questa, considerato anche l’intervento alla caviglia al quale si è sottoposto Montolivo, è la notizia più bella della serata. Intorno a D’Agostino la squadra viola deve ritrovare una sua identità tattica. Che papera Boruc, il «Santo», dopo un ottimo primo tempo (splendida una respinta volante su Simplicio) ha rovinato tutto regalando il terzo gol alla Roma con un’uscita a vuoto che, in passato, avrebbe fatto la fortuna della trasmissione «Mai dire gol». Una papera incredibile della quale ha approfittato Perrotta. Da rivedere anche l’intero blocco difensivo sempre a difficoltà a cominciare dalla coppia centrale Natali-Gamberini incapace di arginare uno scatenato Borriello. La sensazione è che la Fiorentina si debba a rassegnare a un campionato da metà classifica. A meno di colpi a sorpresa nel mercato di gennaio. Corvino stanotte è partito per il Brasile. Quanto servirebbero un paio di campioni veri.

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