Non impareranno mai, c'è poco da fare. Glielo ha ricordato pure Ranieri, nella conferenza post-partita, quando uno di loro s'è intrufolato a fare domande al mister e con la scusa di fare (pretestuosi) complimenti s'è lamentato dell'arbitraggio di Morganti. Giuro, non ho neppure indagato su chi fosse il giornalista in questione, non per snobismo ma perché in questo caso la curiosità sarebbe stata ingiustificata: sono tutti uguali, i laziali che fanno parte dei media locali e di conseguenza rendono omogeneo l'atteggiamento di tutta la tifoseria, in quanto a lamentazioni post-derby, dietrologia, vittimismo, sindrome da accerchiamento. Praticamente, Ranieri ha dimostrato capire i meccanismi della comunicazione cittadina molto meglio di chi, sulla sponda biancoceleste, continua a commettere sempre gli stessi errori, in caso di sconfitta: farci godere, coi loro atteggiamenti, quasi più che per il risultato maturato sul campo. E' la godibilissima, se vista da sponda opposta, attitudine al free-climbing da parete vitrea, ossia l'arrampicata sugli specchi. Ricordo fantasmagorici siparietti, alcuni dei quali mi hanno visto anche direttamente protagonista in passate esperienze televisive, in cui vari protagonisti dell'etere locale di fede biancoceleste riuscivano a scovare argomenti così sideralmente distanti dalla realtà, così remoti, così ininfluenti e che loro sostenevano con una tale enfasi da surclassare la comicità surreale di Ale e Franz, Ficarra e Picone, Gaspare e Zuzzurro. Si, perché tra l'altro anche i laziali viaggiano sempre in coppia, in modo tale che quando uno si lamenta della superiorità romanista, l'altro gli dia ragione. Auto-ghettizzarsi è la cosa che gli riesce meglio in assoluto ed è per questo che a noi piace osservarli da dietro i cristalli del plasma, come fosse il vetro bombato di un acquario: c'è il pesce-laziale che prende in giro Totti, il pesce-laziale che parla di un episodio dove l'arbitro ha favorito la Roma e che le televisioni hanno ignorato, quello che si lamenta delle pagelle troppo alte della Roma, quello che ricorda di essere nato ventisette anni prima. Come negli acquari veri, ci dovrebbe essere anche il pesce-laziale pulitore, cioè quello addetto a rimuovere gli argomenti scomodi, vedi il goal annullato a Greco. L'unica cosa che ancora non abbiamo compreso, anche se il dubbio ci consentirà comunque di dormire la notte, è chi scriva i testi a chi. Mi spiego meglio: siccome tutti, in casa Lazio, sostengono gli stessi argomenti, allo stesso modo e con le stesse parole, sono i giocatori che scrivono i testi ai comunicatori o viceversa? Fanno dei summit preventivi per avere argomenti pronti da declamare all'unanimità? Si riuniscono per decidere come e quando parlare della Roma nelle cinquanta settimane dell'anno in cui non c'è il derby? O, più semplicemente, dobbiamo concludere in maniera desolata che sono semplicemente laziali? Bah, per quello che ce ne importa, noi festeggiamo con una lezioncina di greco moderno, una volta tanto, come piace a loro che tanto vantano di avere i colori della Grecia: Olympia? Ko!Sssssss...
mercoledì 10 novembre 2010
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