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venerdì 24 febbraio 2012

Bentornato a casa, Capitano

Più di qualsiasi scudetto, più di qualsiasi coppa da alzare e poi riporre in bacheca. L'emozione che solo l'umanità può far scaturire. Per una memoria che va alimentata col ricordo, vivo, di persone come Agostino Di Bartolomei. Il pudore, di chi scrive, nel chiamarlo, sempre, Di Bartolomei. Non Agostino. Non sentendosi, chi scrive, all'altezza per poterlo chiamare col nome di battesimo. O col diminutivo Ago. Il Capitano. Che per sue ragioni decise di farla finita. Senza andare oltre. Lui nella vita come noi nei commenti a posteriori. Il 24 febbraio 2012 è un giorno da scolpire nella memoria, come inciso rimarrà per sempre il nome di Agostino Di Bartolomei sul campo dove centinaia di ragazzini proveranno probabilmente le stesse sensazioni di chi lo ha visto o lo ha vissuto attraverso la televisione o lo stadio. Nei gesti semplici c'è la grandezza degli uomini. La Roma ha fatto un gesto semplice. L'emozione di chi lo ricorda con gli occhi lucidi è la logica. I buddisti dicono che l'unica logica della morte sia nel ricordo di chi sopravvive. Agostino Di Bartolomei non potrà mai essere dimenticato.
Bentornato a casa, Capitano.



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