Quickribbon Le regole del sergente di «Full Metal Jacket»

lunedì 27 febbraio 2012

Le regole del sergente di «Full Metal Jacket»

Ai tempi della leva obbligatoria, tutti avevamo paura di imbatterci in un Sergente Hartman. Ricordate il sottufficiale feroce e non particolarmente brillante di "Full Metal Jacket"? Quello che terrorizzava le reclute infliggendo loro punizioni assurde? Quello che tormentava il povero Palla di Lardo e il più scaltro Joker? Noi soldatini avevamo il cuore in gola quando tornavamo in caserma dalla libera uscita, e magari avevamo tardato di un’inezia. Scattava la consegna, e ti sentivi uno schifo d’uomo: c’è sempre un Sergente Hartman, in ogni gruppo chiamato a lottare. Quello della Roma si chiama Luis Enrique: non esattamente un Cesare, né un Eisenhower. Crede fermamente che le sanzioni a danno dei giocatori distratti o indisciplinati vadano applicate con il massimo rigore, e davanti a tutto il plotone. L’aveva fatto con Osvaldo a Firenze, ma lì c’era stato uno scappellotto a un compagno, e insomma l’esclusione ci poteva stare. Ora, diamo per buona la versione della società (diversa da quella dell’asturiano: la comunicazione non è il massimo neanche stavolta)sul mancato utilizzo di De Rossi a Bergamo. Si parla di un ritardo di "cinque minuti cinque" alla riunione tecnica del mattino. Se, e sottolineiamo se, i motivi sono questi, siamo alla follia del Sergente Hartman. Certo, far aspettare il resto della squadra e i dirigenti può non essere il massimo del galateo, ma non si parla di ore né di mancanza di rispetto. Capitan Futuro è un investimento per la Roma, in campo ha sempre buttato cuore e polmoni oltre l’ostacolo, e di fronte alla possibilità di invecchiare altrove a peso d’oro ha preferito i colori di una vita. A che è servito mortificarlo così platealmente? Siamo certi che non fosse rimasto al telefono con la figlia, o che fosse alle prese con una pipì urgente, o che l’ascensore dell’albergo fosse occupato? Che genialata è stata, da parte dell’allenatore, trasmettere nervosismo e sconcerto alla squadra a due ore dalla partita, con i giocatori a lucidarsi gli scarpini negli spogliatoi per non finire in cella di rigore? Le regole sono alla base di ogni gruppo umano, certo: ma vanno applicate con sensatezza. Sarebbe bastata una multa, una lavata di capo a porte chiuse, una tirata d’orecchie. Ma l’asturiano voleva far valere il grado: segno di scarsa autorevolezza. I latini dicevano: "Tanti est exercitus, quanti imperator". Il valore di un esercito è quello del suo condottiero. Appunto.

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