Vicecampione del mondo, missione impossibile. O forse no. Valentino Rossi conquista un altro podio e si avvicina a Dani Pedrosa, dolorante e ottavo all’Estoril, «non è impossibile chiudere secondo, non male visto che ho saltato quattro Gp». A lungo primo, Rossi si è dovuto accontentare del secondo posto, dietro un Jorge Lorenzo che - pur non avendo motivi per inseguire il successo - ha chiuso con più di otto secondi di vantaggio. Non vinceva una gara da Ferragosto. Valentino fatica ad ammettere che un avversario così non l’ha mai avuto, soprattutto per forza mentale. Nonostante i gran premi saltati e la spalla dolorante (che opererà a metà novembre), Rossi è a 19 punti da Pedrosa. Con una gara da disputare, domenica prossima a Valencia, il secondo posto finale è possibile. Occorre però una concomitanza di agevolazioni astrali: secondo posto e ritiro di Pedrosa, o vittoria e lo spagnolo non oltre l’11esimo posto. A fine gara, Lorenzo era raggiante. In Portogallo domina da tre anni di fila. Rossi ha proiettato le aspettative alla prossima stagione. «Prima ero arrabbiato per la fine del rapporto con Yamaha, come quando ci rimani male con la fidanzata e ti scambi messaggi cattivi con il telefonino. Ora siamo già amici e pensiamo a prendere un aperitivo assieme: ci salutiamo, parliamo. Ormai è scattato qualcosa per l'altra e a Valencia non mi commuoverò». L’altra è la Ducati, che Rossi proverà martedì e mercoledì prossimo in Spagna. Stoner è caduto anche ieri: quanto è competitiva questa Ducati? «Difficile dirlo. Casey è così, uno da tutto e niente. In Australia ha tirato come oggi, ci ha dato un anno di distacco e gli è andata bene. In Giappone ha vinto, in Malesia no. Se dipende da lui o dalla moto non lo so, di sicuro dovremo lavorare molto sulla Ducati». Cominciando tra una settimana.
lunedì 1 novembre 2010
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